È una dipendenza nuova e, proprio perché nuova, spesso ignorata e sconosciuta, sebbene in rapida crescita: parliamo della dipendenza da smartphone e social network.

Chi ne è affetto tende a ritirarsi dal mondo vero, quello tangibile che esiste fuori dallo schermo del proprio cellulare, mostra di non essere più in grado di interagire nelle più comuni situazioni sociali, disimpara a parlare, a comunicare il proprio stato d’animo in maniera diretta e, nei casi più gravi, possono presentarsi insonnia, disturbi alimentari, sbalzi d’umore che arrivano a compromettere lavoro e vita famigliare.

I più vulnerabili sono i giovani, i ragazzi tra i 14 e i 18 anni, nati nell’era di Facebook e Youtube, nati col cellulare in mano.

È a loro che si rivolge il gruppo Altruismo, composto da  Federica, Stefania, Matteo, Helder Joaquim, Marta, Molly e Devisa, col progetto Low Battery.

Si inizia con l’osservazione della quotidianità degli adolescenti: Molly, durante i mesi di lavoro del Servizio Civile, dice di aver notato “la crescente ossessione dei ragazzi che difficilmente staccavano gli occhi dal proprio cellulare, continuamente con la testa in un mondo altro”.

Low battery prevede quindi il coinvolgimento degli adolescenti in una serie di eventi che, tramite delle “missioni”, attività ludiche e ricreative, permetteranno loro di misurare le proprie abilità all’insegna di una socializzazione “reale”: vietato dunque l’utilizzo dello smartphone come mezzo di comunicazione sociale.

Per ammorbidire e indurre il passaggio dal virtuale al reale, il gruppo Altruismo prevede la creazione anche di una piattaforma web in cui visualizzare il punteggio della propria squadra e poter accedere a contenuti speciali.

Attraverso Low Battery, si vogliono insomma facilitare le occasioni di incontro tra adolescenti, favorire il contatto reale, la comunicazione emotiva diretta, incrementando le capacità personali come autostima e autonomia, allontanando il pericolo della dipendenza.